lunedì 16 febbraio 2009

3.2 “Nascita delle prime case di produzione”

Qualche anno prima della comparsa di "Carosello", nel 1948, vengono presentati a Venezia i primi lungometraggi animati italiani: parlo di "La rosa di Bagdad" di Anton Gino Domeneghini e di "I fratelli Dinamite" dei Fratelli Pagot, che poco dopo avrebbero fondato la Pagot Film.
Riporto a tale proposito l’articolo che il critico Nino Ghelli pubblicò per la rivista "Cinema":
«Per entrambi gli autori esisteva il grande incubo di sottrarsi all’ombra di Disney: così totalitaria e imperiosa è stata infatti l’influenza da lui esercitatanel campo del disegno animato con la creazione di una vasta tipologia e di un generedi gags quasi obbligati di larghissimo favore…[]E la prima lode che va ai Pagot e a Domeneghini è quella appunto di pervenire a una tecnica espressiva e ad una fantasia creatrice il più possibile autonome(rispetto a quella hollywoodiana).Da tale punto di vista I Fratelli Dinamite, meno riuscita come opera compiuta di La rosa di Bagdad, è da considerarsi più coraggioso.Nel film dei Pagot è infatti costante lo sforzo di una notevole originalità(…).Indubbiamente più unitario e di raffinatezza, La rosa di Bagdad(…)» (1.).


Locandina del lungometraggio "I fratelli Dinamite" e accanto un fotogramma del cartoon, dei fratelli Pagot, 1949

Sebbene costituiscano i primi lungometraggi di firma italiana mai realizzati, non ebbero molta considerazione. Il motivo è da ricercare in alcuni fattori: da un lato la concorrenza della maestosa "fabbrica Disney", che costituiva un’impresa quasi impossibile per i nostri autori (come per molti altri artisti stranieri), dove per creare uno stile proprio che risultasse altrettanto simpatico e convincente per il pubblico dovevano mettercela tutta; dall’altro bisognava considerare la poca attenzione che il cartone animato aveva nel nostro paese (la mancanza di fondi e di assistenza pubblica garantivano un impedimento alla produzione continuativa dei lungometraggi).



Sopra alcune scene tratte da "La rosa di Bagdad" di Anton Gino Domeneghini, 1949

Il nostro momento di gloria arrivò con la nascita di "Carosello": splendido idillio tra creatività animata e pubblicità, ma il passo non fu immediato.
Qualche anno prima la pubblicità aveva già dato ampio respiro alla creatività di artisti della "carta stampata" e non solo, sposandosi pienamente con l'arte: per esempio il già citato Depero, oppure la maestria dei manifesti pubblicitari di Leonetto Cappiello e successivamente un giovane Armando Testa, che lavorerà anche con "Carosello". Per quanto riguarda invece l’esposizione di progetti meno statici, l’astrattista Oskar Fischinger ad esempio dopo che nel 1935 aveva composto l’opera "Composition in Blue" raggiungendo il massimo capolavoro dell’animazione astratta tedesca prima della messa al bando da parte del nazismo, nel 1934 in ambito pubblicitario ebbe a realizzare il progetto per la campagna delle sigarette "Muratti" creando una serie di animazioni con le sigarette che si muovono a suon di marcia in uno schema ritmico formale rigoroso, che diventa un modello per tutte e réclame successive.

Pubblicità di Oskar Fischinger per la Muratti, 1935

Tra il 1949 e il 1957 le agenzie pubblicitarie avevano completamente il controllo degli spazi sulle riviste e sugli spazi murali, mentre la pubblicità per il cinema era rimasta ancora una parentesi semi libera.
Prima di comporre il lungometraggio "I fratelli Dinamite", Nino Pagot già nel 1928, poco più che vent’enne fu contattato per le prime commissioni animate dei fratelli Maestro, per dei cartoon pubblicitari a Milano. Due anni dopo Pagot fonda, insieme a Gustavo Petronio e Brunetto del Vita, la Rex Film, dove gira pochi filmati animati. Nel 1943 sciolta la Rex fonda la Ars Film, con la quale dà vita al lungometraggio "I fratelli Dinamite", che inizialmente doveva chiamarsi "Tolomeo".
Dopo aver speso parecchie energie nonché fondi per realizzare il film, i due fratelli Toni e Nino Pagot, che nel frattempo avevano avuto alcune commisioni pubblicitarie da Ferdinando Mayer, parente dei Maestro e direttore della Publi Enic (la Società di Raccolta Pubblicitaria), si trovarono nella condizione di produrre delle serie di cartoon pubblicitari per il cinema. Tra il 1949 e il 1972 vengono prodotti più di quattrocento pubblicità per il cinema: " Sono moltissime le pubblicità prodotte dai Pagot, moltissimi metri di pellicola, tanti da percorrere la distanza fra Milano e Parigi moltissimi i paesi in cui sono stati proiettati dalla Finlandia al Kenia, dal Libano al Vietnam." (2.)
Nel frattempo erano nate diverse produzioni pubblicitarie e Milano fu la città che raccolse queste straordinarie personalità: Anton Gino Domeneghini, che aveva realizzato "La rosa di Bagdad" il lungometraggio arrivato a Venezia insieme a quello dei Pagot nel lontano 1948, fonda la casa di produzione Ima che fino alla sua morte, avvenuta nel 1953, produce pubblicità cinematografiche; Osvaldo Cavandoli, che uscito dalla scuderia Pagot fonda nel 1951 "Pupilandia" insieme al fotografo Ugo Gelsi, e dalla collaborazione dei due artisti verranno prodotti cortometraggi pubblicitari e di pupazzi animati.
La nascente pubblicità televisiva aveva causato un blocco alle case di produzione di cartoon che si trovavano spiazzate dal nuovo settore; Osvaldo Piccardo insieme a Elena Pellegrini fonda nei primi anni Cinquanta lo "Studio 3P" (Piccardo, Pellegrini&Pellegrini); importantissima furono anche la produzione tra il 1953 e il 1972 di film pubblicitari d’animazione con i cartoon e pupazzi animati dei fratelli Roberto e Gino Gavioli, che insieme fondarono la "Gamma film" nel 1953. Si distinse invece già dal 1928 l’artista italo-russo Paul Bianchi per la sua bravura a dare vita agli oggetti e pupazzi soprattutto a scopo pubblicitario: posso ricondurre l’opera di Fischinger nella mia immaginazione alla pubblicità spassosa italiana di Paul Bianchi dove gli spazzolini da denti marciano incolonnati a ritmo di musica ne "Il Circo" realizzata per il dentifricio Chlorodont nel 1953. Tra il 1949 e il 1957 realizza importanti opere per le case di produzione Publi-Enic e da Ferry Mayer. Tecnicamente Paul Bianchi verrà riconosciuto un maestro nel genere dei pupazzi e oggetti solidi animati e il suo lavoro permetterà di aprire la strada anche nel mostro paese a questo tipo di animazione anche se la scomparsa dell’artista avvenne nel solo 1958.
Dal 1949 viene richiamato dalla Francia per lavorare ad alcune pubblicità a colori per Colgate, Chlorodont ("Il circo", 1953), Palmolive ("L’allegro trenino", 1953), il Ddt del B.P.D.("Ronda di notte"1954), Neocid ("La scuola delle mosche", 1955).

Pubblicità di Paul Bianchi della Chlorodont del 1953. La tecnica utilizzata, ovvero la stop motion, è la stessa della pubblicità di Oskar Fishinger nella quale le sigarette come gli spazolini (in questo caso), si animano e marciano a suon di musica .

Nel 1959 vengono creati altri due spazi televisivi in fasce orarie differenti: "Gong" nel pomeriggio e "Tic Tac"alle 20.30 prima del Telegiornale, ciascuno spazio diviso in quattro parti da 30" l’uno.
I soggetti sono più semplici e le storie non sono legate al mondo della produzione così alla fine dello stesso anno le tre grandi case d’animazione italiana conteranno rispettivamente: La Pagot settantadue filmati (tra la serie semianimata "Lo sapevate che " per la Cora, venticinque "Tic Tac" e diversi "Gong"), La Gamma conterà invece sessantatre filmati ( quarantadue caroselli, ventuno "Tic Tac"), e la Paul Film invece produrrà ottantaquattro caroselli, settantasei "Tic Tac", e diciotto "Gong". (3.)
Edmondo Berselli racconta che:
«In primo luogo la televisione di allora ha approfittato moltissimo delle professionalità che c’erano nel teatro di varietà, nel cinema, e non solo per i registi, per gli attori ma anche, per i tecnici, gli operatori delle luci, per i macchinisti, per tutte queste forme professionali che esistevano e che potevano essere sfruttate da un mezzo nuovo. Quindi non c’è da stupirsi se per ragioni come dicevano loro alimntari, anche grandi registi hanno fatto, hanno girato dei caroselli, e se attori di qualche importanza si sono prestati a pubblicizzare qualche prodotto e a girare queste cose.C’era però una dignità della televisione, proprio perché la pubblicità era localizzata in quel momento lì, non c’era granchè durante la giornata, e quindi Carosello era più che la pubblicità di un prodotto, era lo spettacolo della pubblicità. E nello spettacolo ci possono stare anche gli attori di grido. » (4.)

Fonti:

1. "L’Italia in cartone", pag 42 "I disegni animati: Disney, "Cadet Rousselle e due esperimenti italiani", in "Cinema" v.s.,n°22, 1948.
2. "Un mondo perfetto. Le pubblicità cinematografiche dei fratelli Pagot", a cura di Roberto Della Torre e Marco Pagot", di Marco Pagot e Gi Pagot ,Pag. 11, Editrice Il Castoro srl, Milano 2005.

3. "Un mondo perfetto.Le pubblicità cinematografiche dei fratelli Pagot", a cura di Roberto Della Torre e Marco Pagot", di Marco Giusti ,Pag. 30, Editrice Il Castoro srl, Milano 2005.
4. Intervista a Edmondo Berselli in"Carosello", Dvd in uscita con "la Repubblica e L’espresso", Roma 2007 .