lunedì 16 febbraio 2009

5.1 Conclusioni

Le possibilità offerte dalle nuove tecnologie hanno aperto le frontiere a diversificate e intense sperimentazioni. Alla fine degli anni Settanta il mondo del cartone animato incontra la computer grafica. Essa si pone fin da subito non solo come nuovo mezzo espressivo, con un aumento e un fermento di stimoli e di creatività, ma ridefinisce il lavoro stesso degli animatori "radicalizzando la questione del come e di quanto debba ancora contare l’apporto umano nella realizzazione di un cartone animato" (1.).
Nel frattempo ai festival internazionali la questione dell'utilizzo della computer grafica per fare animazione aveva acceso alcuni dibattiti: c'era chi mostrava mille perplessità verso il nuovo mezzo ritenendo che la tecnologia dalla "potenzialità invadente" e irrispettosa era capace col tempo di portare all'alienazione delle idee; parallelamente v'era chi invece credeva che la computer grafica fosse interessante proprio perchè risultava più flessibile e immediata rispetto a quella tradizionale.
Probabilmente tutti questi timori erano anche motivati dalle incognite sul futuro e sul come adeguarsi alle nuove tecnologie. Oggi nell'era del digitale è risaputo che l'animazione viene fatta completamente al computer, sia questa cinematografica o televisiva. Anche l'animazione pubblicitaria oggi si avvale dell''uso della grafica computerizzta. L’animazione ha raggiunto una certa maturità sfruttando a pieno le tecniche del digitale (2D e 3D) e, se paragonata all’ animazione classica, nella quale prevalgono la cura e ricchezza dei dettagli e ritmi più pacati e riflessivi, l’animazione oggi può vantare solo un ritmo più veloce, quello che in un certo senso interpreta il nostro presente. Nel nostro presente il linguaggio pubblicitario si è adeguato, come l’animazione, ai nuovi modelli comunicativi: internet permette alla pubblicità e alla comunicazione di viaggiare attraverso una connesione planetaria. La pubblicità oggi opera in un ambiente virtuale e di conseguenza non tangibile, in una realtà condizionata dai flussi comunicativi dei mass media e delle reti informatiche, intrappolando materialmente pubblicità e animazione nell’immaterialità dell’iperspazio.
" Toy Story" primo film d'animazione completamente 3D prodotto dalla Pixar nel 1995
All'epoca risultò poco convincente anche se la tecnica attirava non poche curiosità.

Recentemente in diversi spot pubblicitari è possibile riconoscere alcune caratteristiche nella forma proprie di "Carosello": un esempio può essere la formula dove vengono utilizzati sempre gli stessi protagonisti all’interno di situazioni nuove ( spot della "Lavazza" con Bonolis e Laurenti in paradiso ) o rivisitazioni in chiave moderna del vecchio spot ( "Cynar: contro il logorio della vita moderna", o anche "Caballero e Carmencita").




Spot pubblicitario della Lavazza inizialmente interpretato dall' attore Tullio Solenghi


Per quanto riguarda la pubblicità animata ritengo graficamente valida quella della "Ceres", dove in un cartone realizzato con la grafica 3D, il protagonista ("Ceres Chen") si imbatte in alcuni sfortunati episodi. La realizzazione di questo spot, per la simpatia del personaggio e la sequenzialità delle situazioni, sempre diverse, si rifà alla formula di "Carosello", anche se ciò che si è visto in televisione è solo parte del lavoro realizzato dall'animation studio ligure "art Five".






Alcune sequenze dello spot realizzate dallo studio "artFive" e alcuni episodi sono visibili sul sito
Gli aspetti mancanti delle produzioni pubblicitarie televise odierne sono sostanzialmente l’imprevedibilità e il saper stupire lo spettatore: "Carosello" funzionava per l’eccezionalità e l’originalità delle sue formule, sempre diverse tra loro, e per la simpatia dei personaggi coinvolti in situazioni ogni giorno diverse, mai le stesse. Secondo il mio parere il punto debole degli spot televisi attuali sta proprio nella ripetitività e quindi nella prevedibilità che alla fine rende la visione tediante.
Difficile ipotizzare uno scenario futuro della pubblicità televisiva animata italiana, soprattutto in un’era in cui nuove tecnologie si rincorrono e vengono superate continuamente. Non si torna indietro, questo è chiaro, ma saremo capaci di tornare a produzioni più coinvolgenti? Avremo ancora occasione di sederci di fronte al televisore e di lasciarci coinvolgere da un po’ di quella magia che per i fortunati spettatori di "Carosello" era parte del quotidiano?